ARCHAM STUDIO+ALBERTO SOCI

PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA E DESIGN

La lettura del fenomeno delle grandi esposizioni è spesso legata alla fantasmagoria mediatica dei gesti architettonici o alla grandiosità degli apparati scenografico-tecnologici dell’evento. Il rapporto città-esposizione viene così declinato – nel contesto odierno – secondo un principio di straordinaria temporaneità dove i concetti di oggetto architettonico e morfologia urbana sono superati dalle fugaci espressioni dello “stupire a tutti i costi”.
Rileggere la storia delle grandi esposizioni nel loro rapporto con la costruzione della città diviene lo strumento per comprendere come il passato – anche recente – abbia saputo coniugare la natura dell’evento alla struttura del luogo e alla sua tradizione culturale. Vienna (1873), Parigi (1889) e Lisbona (1998) sono solo alcuni esempi di come le esposizioni siano state in grado di concorrere alla formazione e all’identità della città, non come manifestazioni dell’effimero, ma come parti compiute di nuova fondazione. 




di Alberto Soci, con la prefazione di Marina Montuori. Libraccio Editore, Milano (2015)
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A. Antonelli. Elogio della Follia
SCRITTI
Questo studio ha come scopo quello di trattare la figura di Alessandro Antonelli attraverso un’insolita quanto poco indagata analisi delle sue opere. La ricerca che ne deriva tenta di essere quanto più possibile lontana da predefinite posizioni critiche, differenziandosi da molti altri scritti di argomento analogo attraverso un percorso istruttorio che muove dalla relazione tra le grandi architetture dell’autore e la parallela costruzione della città ottocentesca. Il modello narrativo del commentario bibliografico pone in relazione differenti punti di vista che nel tempo hanno tratteggiato il lavoro dell’architetto piemontese, aprendo così, a una più articolata e meno lineare rilettura della sua opera. Erasmo da Rotterdam nel suo celebre scritto Elogio della Follia, affermava che “audacia” e “mancanza di pudore” sono i presupporti di una libera sperimentazione che ha come fine la conoscenza; due caratteristiche queste che hanno accompagnato Antonelli lungo l’intero percorso artistico-professionale e che gli hanno permesso di scrivere alcune tra le più belle pagine della storia dell’architettura italiana.


di Alberto Soci. Libraccio Editore, Milano (2017)
Il rapporto della città di Milano con le grandi esposizioni ha origine nel 1881 quando su un articolato disegno di Giovanni Ceruti – allievo di Camillo Boito – assistito dagli ingegneri Stefli e Santamaria, viene realizzata sull’area dei Giardini Pubblici di Porta Venezia l’Esposizione Industriale. La fortuna di questo evento è il preludio alla più importante e complessa Esposizione Internazionale del 1906. Come per il 1881 si scelse di collocare nel cuore del tessuto storico della città l’esposizione; lo si fece utilizzando le aree dell’esistente Parco Sempione e della non distante Piazza delle Armi (poi Fiera Campionaria). Venne affidato l’incarico per il piano generale all’Arch. Sebastiano Giuseppe Locati – anch’esso allievo di Boito e assistente di Ceruti nel 1881 –  il quale sull’esempio di Chicago (1893) e Parigi (1900), non volse la propria attenzione progettuale verso la costruzione di una parte di città che si legasse a quella esistente, ma piuttosto, a una puntuale attenzione al singolo manufatto (dal punto di vista stilistico, di disegno dell’architettura) e alla definizione – specialmente per l’area della Piazza delle Armi, geometricamente ruotata rispetto alla struttura morfologica urbana esistente – di un impianto dalla distribuzione funzionale. 

Alberto Soci, Milano 1906. Architettura Esposizione Città,  in «Il Disegno di Architettura», n.42, Ronca Editore, Cremona (2018)